Nella notte tra Venerdì 20 e Sabato 21 Novembre, la sede di Rifondazione Comunista, circolo “Ottobre Rosso” di Barcellona ha subito un attentato nel corso del quale ignoti hanno cercato di forzare la porta d’ingresso, e non riuscendoci hanno lanciato uova marce sulla soglia. E’ l’ennesimo atto vandalico che la sede o i simboli del Circolo subiscono. Solamente il giorno prima le stesse uova, lanciate forse dalle stesse persone, colpivano Piazza Beppe Alfano (ex Piazza Trento), con minacce all’indirizzo dei ragazzi che la frequentano, i quali hanno chiamato in aiuto i Carabinieri. Il pur tardivo arrivo delle forze dell’Ordine ha messo in fuga gli assalitori, che stavano diventando più violenti e rischiavano di diventare seriamente pericolosi per le vittime, la cui età media si aggira intorno ai 16 anni. Quello che sorge spontaneo chiedersi è perché a Barcellona un gruppo di ragazzi debba privarsi di frequentare liberamente i già scarsi luoghi di ritrovo cittadini, poiché si trovano in balia di delinquenti a vario titolo, senza alcun genere di tutela da parte del potere costituito. Io chiedo all’Amministrazione e alle Forze dell’Ordine di difendere certe realtà, che, per quanto possano essere politicamente scomode,rappresentano le uniche dimensioni di civiltà e solidarietà in un Comune nel quale, purtroppo, dilagano l’emarginazione sociale e l’unico modello ritenuto “vincente”, ossia quello mafioso- delinquenziale. Mi domando se davvero non vi provoca vergogna il non dare risposta alcuna a una situazione che degenera ogni minuto e in cui la parola “legge” è tabù. Ritengo sia un diritto, per chi si discosta da certi falsi modelli ed anti-valori,vedersi garantita un’esistenza libera e serena in una dimensione di legalità. Dico questo, sperando che gli accadimenti di cui parlo facciano riflettere l’Amministrazione e la cittadinanza tutta sull’emergenza e sulla necessità di promuovere battaglie sociali e culturali che invertano certe tendenze di cui questi fatti sono piccoli ma allarmanti segnali.
da Barcellona Comunista
mercoledì 25 novembre 2009
mercoledì 18 novembre 2009
Adolfo Parmaliana: il suicidio di un democratico tradito dalla politica
Adolfo Parmaliana adorava la famiglia, la Juve, Berlinguer, l'idrogeno, il risotto di mare, gli studenti, Benigni. Voleva una vita d'impegno, di battaglie, di polemiche, di arrivi in salita. A poco più di cinquant'anni Adolfo Prmaliana si è dimesso dalla vita dopo essersi dimesso dall'essere prima italiano e poi siciliano. L'ottobre di un anno addietro si è lanciato dal viadotto di Patti Marina lasciando dietro di sè una terribile lettera d'accusa e lo sgomento dei tanti increduli che a compiere un simili atto fosse stato il cantore della gioia di vivere. E anche se in questa storia ufficialmente non esistono colpevoli, il suicidio del professore di Chimica industriale, molto più apprezzato e amato all'estero che nella sua terra, pesa peggio di un omicidio sulle coscienze di coloro che l'hanno perseguitato. Ma costoro ce l'hanno una coscienza?
Adolfo Parmaliana credeva nell'onestà dei siciliani, credeva che gli amministratori pubblici avessero quale scopo primario il benessere dei cittadini, credeva che i magistrati e i giudici vincessero il concorso per contrastare il Male e far trionfare il Bene. Adolfo Parmaliana credeva che fosse importante combattere per le proprie idee. Nel messaggio d'addio ha scritto: "Ho trascorso trent'anni bellissimi dentro l'università innamorato ed entusiasta della mia attività di docente universitario e di ricercatore. I progetti di ricerca, la ricerca del nuovo, erano la mia vita. Quanti giovani studenti ho condotto alla laurea. Quanti ricordi. Ora un clan mi ha voluto togliere le cose più belle: la felicità, la gioia di vivere, la mia famiglia, la voglia di fare, la forza per guardare avanti. Mi sento un uomo finito, distrutto".
Il clan che l'ha chiuso nell'angolo, che l'ha condotto alla disperazione non è un clan mafioso. E' peggio. E' il Pus, il Partito unico siciliano, in grado di amalgamare gli interessi più disparati dalla destra alla sinistra. Lo compongono i cinquanta cognomi e i diei nomi, che attraverso i secolo hanno sempre mirato al tornaconto personale, agghindato da nobili propositi. Per raggiungerlo hanno baciato ogni culo disponibile, hanno tradito ogni causa, hanno calpestato ogni ideale. Il Pus vince sempre. Sotto le ali della massoneria e della mafia mette insieme e amalgama politici all'apparenza inappuntabili, imprenditori arricchitisi con le concessioni statali e regionali, giudici e magistrati addobbati da sacerdoti del Diritto, eleganti amministratori delegati di banche. I nemici definivano Parmaliana un pericoloso eversore, ma lui di faceva fotografare con il libro di Alberoni tra le mani, lui per trent'anni si è presentato ogni giorno all'università in giacca e cravatta. Parmaliana era un borghese imbottito di belle letture e di preziosi insegnamenti. Si era acceso prima per il Pci, poi per il Pds, infine per i Ds. Quando è nato il Pd se n'è andato in punta di piedi, stanco di esser ignorato, deriso, umiliato. Le sue lettere a Fassino, a Veltroni mai hanno ricevuto una risposta. I settori della sinistra siciliano l'hanno avversato come mai si sono sognati di fare con Cuffaro e con Lombardo. Nel suo studio ha, però, continuato a campeggiare la gigantografia di Enrico Berlinguer. A rovinare Parmaliana è stato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose della giunta del suo comune, Terme Vigliatore, a uno sputo da Barcellona Pozzo di Gotto, non a caso definita la Corleone del nuovo millennio, zeppa di logge ufficiali e coperte. Il provvedimento assunto da Ciampi e Pisanu nel dicembre 2005 fu la conseguenza delle decine di denunce formulate negli anni da Parmaliana. Gliel'hanno giurata. Nel grottesco silenzio delle Procure l'unico a rimediare una denuncia è stato Parmaliana, imputato di aver diffamato il vicesindaco di Terme mandato a casa assieme agli altri da Ciampi e Pisanu.
Ecco, allora, il tremendo atto d'accusa di Parmaliana:"La magistratura barcellonese-messinese vorrebe mettermi alla gogna, vorrebbe umiliarmi, delegittimarmi; mi sta dando la caccia perchè ho osato fare il mio dovere di cittadino denunciando il malaffare, la mafia, le convivenze, le coperture e le complicità di rappresentanti dello Stato corrotti e deviati. Non posso consentire a questi soggetti di offendere la mia dignità di uomo, di padre, di marito, di servitore dello Stato e docente universitario... Hanno deciso di schiacciarmi, di annientarmi". E attualmente i tre personaggi più rappresentativi di Messina sono di Barcellona e tutti e tre iscritti alla stessa ssociazione, Corda Fratres: il sindaco Peppino Buzzanca, il procuratore generale Franco Cassata, il vicepresidente del Senato Domenico Nania.
Alfio Caruso
Il Fatto Quotidiano
18.10.2009
Adolfo Parmaliana credeva nell'onestà dei siciliani, credeva che gli amministratori pubblici avessero quale scopo primario il benessere dei cittadini, credeva che i magistrati e i giudici vincessero il concorso per contrastare il Male e far trionfare il Bene. Adolfo Parmaliana credeva che fosse importante combattere per le proprie idee. Nel messaggio d'addio ha scritto: "Ho trascorso trent'anni bellissimi dentro l'università innamorato ed entusiasta della mia attività di docente universitario e di ricercatore. I progetti di ricerca, la ricerca del nuovo, erano la mia vita. Quanti giovani studenti ho condotto alla laurea. Quanti ricordi. Ora un clan mi ha voluto togliere le cose più belle: la felicità, la gioia di vivere, la mia famiglia, la voglia di fare, la forza per guardare avanti. Mi sento un uomo finito, distrutto".
Il clan che l'ha chiuso nell'angolo, che l'ha condotto alla disperazione non è un clan mafioso. E' peggio. E' il Pus, il Partito unico siciliano, in grado di amalgamare gli interessi più disparati dalla destra alla sinistra. Lo compongono i cinquanta cognomi e i diei nomi, che attraverso i secolo hanno sempre mirato al tornaconto personale, agghindato da nobili propositi. Per raggiungerlo hanno baciato ogni culo disponibile, hanno tradito ogni causa, hanno calpestato ogni ideale. Il Pus vince sempre. Sotto le ali della massoneria e della mafia mette insieme e amalgama politici all'apparenza inappuntabili, imprenditori arricchitisi con le concessioni statali e regionali, giudici e magistrati addobbati da sacerdoti del Diritto, eleganti amministratori delegati di banche. I nemici definivano Parmaliana un pericoloso eversore, ma lui di faceva fotografare con il libro di Alberoni tra le mani, lui per trent'anni si è presentato ogni giorno all'università in giacca e cravatta. Parmaliana era un borghese imbottito di belle letture e di preziosi insegnamenti. Si era acceso prima per il Pci, poi per il Pds, infine per i Ds. Quando è nato il Pd se n'è andato in punta di piedi, stanco di esser ignorato, deriso, umiliato. Le sue lettere a Fassino, a Veltroni mai hanno ricevuto una risposta. I settori della sinistra siciliano l'hanno avversato come mai si sono sognati di fare con Cuffaro e con Lombardo. Nel suo studio ha, però, continuato a campeggiare la gigantografia di Enrico Berlinguer. A rovinare Parmaliana è stato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose della giunta del suo comune, Terme Vigliatore, a uno sputo da Barcellona Pozzo di Gotto, non a caso definita la Corleone del nuovo millennio, zeppa di logge ufficiali e coperte. Il provvedimento assunto da Ciampi e Pisanu nel dicembre 2005 fu la conseguenza delle decine di denunce formulate negli anni da Parmaliana. Gliel'hanno giurata. Nel grottesco silenzio delle Procure l'unico a rimediare una denuncia è stato Parmaliana, imputato di aver diffamato il vicesindaco di Terme mandato a casa assieme agli altri da Ciampi e Pisanu.
Ecco, allora, il tremendo atto d'accusa di Parmaliana:"La magistratura barcellonese-messinese vorrebe mettermi alla gogna, vorrebbe umiliarmi, delegittimarmi; mi sta dando la caccia perchè ho osato fare il mio dovere di cittadino denunciando il malaffare, la mafia, le convivenze, le coperture e le complicità di rappresentanti dello Stato corrotti e deviati. Non posso consentire a questi soggetti di offendere la mia dignità di uomo, di padre, di marito, di servitore dello Stato e docente universitario... Hanno deciso di schiacciarmi, di annientarmi". E attualmente i tre personaggi più rappresentativi di Messina sono di Barcellona e tutti e tre iscritti alla stessa ssociazione, Corda Fratres: il sindaco Peppino Buzzanca, il procuratore generale Franco Cassata, il vicepresidente del Senato Domenico Nania.
Alfio Caruso
Il Fatto Quotidiano
18.10.2009
domenica 15 novembre 2009
domenica 8 novembre 2009
giovedì 5 novembre 2009
Flavio Oreglio - Caro Silvio ti scrivo
Caro Silvio, ti scrivo questa mia perché come sai gli italiani ti vogliono bene, e io, in quanto italiano non sono da meno. Ho seguito le tue vicissitudini fin dai tuoi esordi (pensa che da adolescente con i miei amici giravo col motorino per le vie di Milano 2 in costruzione! Non si poteva entrare, ma noi entravamo lo stesso...lo dico perchè so che apprezzi questo atteggiamento di disprezzo delle regole) e adesso, vedendo quello che ti succede ne soffro e perciò mi permetto di darti un consiglio. Perchè non ti ritiri, Silvio? L'hanno fatto tutti, da Cincinnato a Napoleone, da Carlo Alberto di Savoia a Giolitti, da MAcario a Bush...Hanno smesso anche Van Basten, Gullit e Rijkaard! Nessuno è eterno, a parte il debito pubblico. Vai a vivere in campagna, Silvio, lontano dallo stress di una lotta senza tregua e senza quartierino. Ma chi te lo fa fare di stare li a patire le angherie, le prepotenze, i soprusi e le vessazioni di personaggi incattiviti come i magistrati rossi che ti perseguitano, i politici vermigli dell'opposizione che ti attaccano, gli ambienti cattolici carmini che ti sono ostili, il Vaticano purpureo che non ti vede di buon occhio, i parlamentari scarlatti di Strasburgo che ti deridono, i comici fulvi che ti mettono in ridicolo, i giornalisti faziosi e cremisi che ti aggrediscono? Inutile negarlo, sei circondato dai comunisti...Ascolta quello che ti suggerisco: tu ti ritiri a vita privata e passi le tue giornate con il tuo amico Putin che (visto l'amore che nutri per lui), evidentemente col comunismo non ha mai avuto niente a che fare. Ritirati. Ascolta il consiglio di un italiano che ti vuole bene. E' lo stesso consiglio che darei a mio nonno. Ormai hai superato la settantina: goditi la vita! Pensa: hai da parte qualche soldino che hai risparmiato a fatica, hai una casetta, che anche se non è piccolina e non è in Canadà, ha escort, pesciolini e tanti fiori di lillà, hai dei figli che ti vogliono bene, una moglie che ti adora, tanti amici disinteressati...Pensa che bello, non avere più pensieri! Ti alzerai alla mattina, uscirai di casa, supererai il cancello e via! Al circolino del centro anziani! Questa si che sarebbe vita! Finalmente libero! Come BAresi! Come Beckembauer! Come Provenzano fino all'11 aprile del 2006. Già ti vedo, vecchia canaglia: arrivi al circolo e ti lamenti perché servono quantitativi industriali di "rosso". La cosa non ti và. Allora, recuperando fondi da "non si sa bene dove", organizzi una società la "Anzianinvest" e ti metti a capo di essa. Con questa struttura modifichi le regole del gioco a tuo piacimento: qualche euro al barista perché ti tenga da parte il tuo amaro preferito (il "Vecchio Amaro del Capo", ovviamente)...Un favore al responsabile del gioco delle bocce perché dipinga su ogni palla il faccione di Prodi per aumentare il piacere di una raffa al volo...Un accordo sottobanco con la responsabile del COmune perché ti permetta di portare al circolo i giornalini porno...e così via. E poi si vive...Una briscola con gli amici (non proporre - anche se ti piace - "rubamazzetto" perché nessuno vorrà giocare con un professionista) un bianchino, una chiacchierata in compagnia per discutere di calcio, parlare di politica, incazzarti col governo, ragionare su inps e pensione...E poi, nel weekend arriveranno i vecchi amici a trovarti...Galliani con le arance, i cioccolatini e Ronaldinho, Apicella con la chitarra e una pizza, per ricordarti che Napoli ti è sempre grata, Bossi accompagnato da Borghezio e Calderoli vestiti da Asterix e Obelix, con la provetta per gli esami delle urine presa per sbaglio al posto di un'ampolla di acqua del Po, Bondi che ti porterà in visione una prima bozza del suo personale "Cinque maggio" a te dedicato, Brunetta che approfitterà della visita per fare le pulci a quei mangiapane a tradimento, parassiti del sistema, sanguisughe dello stato, fannulloni incapaci e buoni a nulla che dirigono i circolini della terza età pagati con i soldi dei contribuenti, Belpietro con la fotocopia della prima pagina dell'ultimo numero di Libero titolata "Gli anziani sono il futuro del paese, troviamone uno adatto a governarci. io un'idea ce l'avrei", Feltri con il Giornale dal titolo "Anch'io", Angelino Alfano che ti porterà le bozze del suo ultimo libro "Chi si loda s'imbroda", e così via...Non sarai mai solo, nessuno ti dimenticherà. Non è possibile. Passata la mattina, nel primo pomeriggio dopo una pennichella rilassante passerai il tempo in compagnia della tv e dei programmi di intrattenimento adatti alla tua età...Belle canzoni di una volta e magnifici balletti di ringhiera...E poi, vuoi mettere? Grazie al cellulare potrai partecipare ae dire la tua col televoto! E' così che ci si sente protagonisti nell'Italia che hai costruito! Poi alla sera un bel brodino e dopo Annozero tutti a nanna! Non è male. Pensaci. Tu saresti a posto. E noi anche.
mercoledì 4 novembre 2009
Excrucior.
La Corte Europea vieta il crocifisso nelle scuole.
Strali da ogni parte, politica, religiosa, laica, sociale.
All'insigne vaticanista che afferma che il significato del crocifisso non è da riferirsi solo alla religione cristiana, ma di fratellanza e amore di Dio vorrei far notare che non di un dio in generale si parla, ma di un dio in particolare. Il dio del vaticano, il dio dei cristiani.
Ma io, che non sono cristiano e che ai miei figli voglio evitare l'imposizione ideologica di una religione, cosa penso quando entro in una classe di qualsiasi scuola o in un ufficio della pubblica amministrazione, dentro i quali luoghi si sfoggia sulle pareti un crocifisso, magari accanto ad una figurina da album di Padre Pio e ad un calendario di Frate Indovino?
Penso che davvero religione è superstizione, e penso che per quelle persone che ostentano tali simboli non ci sarebbe alcuna differenza se al posto di un crocifisso ci fossero dei peperoncini rossi o dei cornetti o corna di vecchio stampo napoletano.
E penso che mio figlio, entrando in classe vergine di qualsiasi racconto cristiano, non riconoscerà quel crocifisso come simbolo. Per lui, come per me, si tratterà solo di vedere appeso ad un muro un uomo appeso ad una croce. Un uomo torturato. Insomma, un'immagine abbastanza truce. A chi potrebbe rispondere dicendo che quella è l'immagine del sacrificio per la salvezza di tutti, obietto che questo è il significato dei simboli. Simboli di qualcosa. Simboli per qualcuno. Non è "solo" un simbolo. E' "soprattutto" un simbolo. Ed è riconosciuto come tale solo da un cristiano.
Non è un attacco alla chiesa togliere i crocifissi. E' un attacco alla laicità imporre visivamente un simbolo. E' un attacco alla laicità dello stato impostare l'ora di religione parlando solo di religione cristiana cattolica.
E' vero che non bisogna perdere le radici della nostra identità nazionale. Ma è ancora più vero che bisogna rispettare le leggi.
E allora mi chiedo: sono meno cittadino italiano se non abbraccio il cristianesimo o se non rispetto la legge?
Strali da ogni parte, politica, religiosa, laica, sociale.
All'insigne vaticanista che afferma che il significato del crocifisso non è da riferirsi solo alla religione cristiana, ma di fratellanza e amore di Dio vorrei far notare che non di un dio in generale si parla, ma di un dio in particolare. Il dio del vaticano, il dio dei cristiani.
Ma io, che non sono cristiano e che ai miei figli voglio evitare l'imposizione ideologica di una religione, cosa penso quando entro in una classe di qualsiasi scuola o in un ufficio della pubblica amministrazione, dentro i quali luoghi si sfoggia sulle pareti un crocifisso, magari accanto ad una figurina da album di Padre Pio e ad un calendario di Frate Indovino?
Penso che davvero religione è superstizione, e penso che per quelle persone che ostentano tali simboli non ci sarebbe alcuna differenza se al posto di un crocifisso ci fossero dei peperoncini rossi o dei cornetti o corna di vecchio stampo napoletano.
E penso che mio figlio, entrando in classe vergine di qualsiasi racconto cristiano, non riconoscerà quel crocifisso come simbolo. Per lui, come per me, si tratterà solo di vedere appeso ad un muro un uomo appeso ad una croce. Un uomo torturato. Insomma, un'immagine abbastanza truce. A chi potrebbe rispondere dicendo che quella è l'immagine del sacrificio per la salvezza di tutti, obietto che questo è il significato dei simboli. Simboli di qualcosa. Simboli per qualcuno. Non è "solo" un simbolo. E' "soprattutto" un simbolo. Ed è riconosciuto come tale solo da un cristiano.
Non è un attacco alla chiesa togliere i crocifissi. E' un attacco alla laicità imporre visivamente un simbolo. E' un attacco alla laicità dello stato impostare l'ora di religione parlando solo di religione cristiana cattolica.
E' vero che non bisogna perdere le radici della nostra identità nazionale. Ma è ancora più vero che bisogna rispettare le leggi.
E allora mi chiedo: sono meno cittadino italiano se non abbraccio il cristianesimo o se non rispetto la legge?
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mercoledì 28 ottobre 2009
LA MESSINA MASSONA. Indagini nate da un pentito. C'è il nome di Nania
di Giuseppe Giustolisi
Ancora una volta Barcellona Pozzo di Gotto. Ancora una volta quel bubbone di affari sporchi, poteri occulti e coperture istituzionali, mai interamente disvelate, torna ad essere oggetto di infagine della magistratura. Ancora una volta c'è di mezzo l'ombra della massoneria e della mafia. Tre giorni da la Polizia di Messina ha eseguito una perquisizione, su ordine dei magistrati della Dda Angelo Cavallo e Giuseppe Verzera, nell'appartamento dovi si riunivano gli esponenti della loggia massonica coperta Ausonia. E i poliziotti si sono trovati davanti a uno scenario fatto di teschi, candelabri e arredi tipicamente massonici. Un campionario di oggetti posto sotto sequestro, insieme agli elenchi degli associati, tra cui medici, avvocati, insegnanti e imprenditori. Sei persone sono state identificate, fra cui il Gran maestro Carmelo La Rosa, medico di Barcellona Pozzo di Gotto e proprietario della casa. Tutto nasce dalle dichiarazioni di Maurizio Marchetta, ex Presidente del Consiglio comunale di Barcellona (An), un imprenditore finito nelle carte dell'inchiesta di mafia Omega e massone dichiarato del Grande Oriente d'Italia, loggia Eugenio Barresi. Dal gennaio del 2009 collabora con la giustizia e ha raccontato ai magistrati che anche grazie a questa loggia sarebbero stati condizionati appalti e assunzioni pubbliche. "POsso riferire di forme di condizionamento determinate dall'attuale sindaco di Barcellona Candeloro Nania. Il sindaco ha iposto a privati proprietari di terreni, che hanno ottenuto grazie a lui l'aumento dell'indice di cubatura, le progettazioni e le successive costruzioni con professionisti da lui stesso scelti". Sempre dallo stesso verbale salta fuori il nome di un altro Nania, il più famoso senatore di An., Mimmo, cugino del sindaco: "In questo gioco di potere, in particolare, è coinvolto, con la sua influenza, il senatore Mimmo Nania". Le vicende oggetto dell'inchiesta, insieme ai nomi dei due cugini politici, comparivano già nella richiesta di scioglimento per mafia del comune di Barcellona Pozzo di Gotto, avanzata dal Prefetto di Messina tre anni fa al governo Prodi, rimasta senza esito. Anche allora sindaco del comune di Barcellona era Candeloro Nania.
da Il Fatto Quotidiano
28.10. 2009
Ancora una volta Barcellona Pozzo di Gotto. Ancora una volta quel bubbone di affari sporchi, poteri occulti e coperture istituzionali, mai interamente disvelate, torna ad essere oggetto di infagine della magistratura. Ancora una volta c'è di mezzo l'ombra della massoneria e della mafia. Tre giorni da la Polizia di Messina ha eseguito una perquisizione, su ordine dei magistrati della Dda Angelo Cavallo e Giuseppe Verzera, nell'appartamento dovi si riunivano gli esponenti della loggia massonica coperta Ausonia. E i poliziotti si sono trovati davanti a uno scenario fatto di teschi, candelabri e arredi tipicamente massonici. Un campionario di oggetti posto sotto sequestro, insieme agli elenchi degli associati, tra cui medici, avvocati, insegnanti e imprenditori. Sei persone sono state identificate, fra cui il Gran maestro Carmelo La Rosa, medico di Barcellona Pozzo di Gotto e proprietario della casa. Tutto nasce dalle dichiarazioni di Maurizio Marchetta, ex Presidente del Consiglio comunale di Barcellona (An), un imprenditore finito nelle carte dell'inchiesta di mafia Omega e massone dichiarato del Grande Oriente d'Italia, loggia Eugenio Barresi. Dal gennaio del 2009 collabora con la giustizia e ha raccontato ai magistrati che anche grazie a questa loggia sarebbero stati condizionati appalti e assunzioni pubbliche. "POsso riferire di forme di condizionamento determinate dall'attuale sindaco di Barcellona Candeloro Nania. Il sindaco ha iposto a privati proprietari di terreni, che hanno ottenuto grazie a lui l'aumento dell'indice di cubatura, le progettazioni e le successive costruzioni con professionisti da lui stesso scelti". Sempre dallo stesso verbale salta fuori il nome di un altro Nania, il più famoso senatore di An., Mimmo, cugino del sindaco: "In questo gioco di potere, in particolare, è coinvolto, con la sua influenza, il senatore Mimmo Nania". Le vicende oggetto dell'inchiesta, insieme ai nomi dei due cugini politici, comparivano già nella richiesta di scioglimento per mafia del comune di Barcellona Pozzo di Gotto, avanzata dal Prefetto di Messina tre anni fa al governo Prodi, rimasta senza esito. Anche allora sindaco del comune di Barcellona era Candeloro Nania.
da Il Fatto Quotidiano
28.10. 2009
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