"Non ho nessuna colpa, non mi date la patente di colluso con la mafia". Si è rivolto così alla Prima Commissione del Csm - racconta chi ha partecipato all'audizione - il sostituto procuratore di Barcellona Pozzo di Gotto Olindo Canali, finito al centro di un caso dopo che era emerso che in una lettera privata aveva espresso perplessità sulla colpevolezza di Pippo Gullotti, condannato all'ergastolo per l'omicidio del giornalista Beppe Alfano, a conclusione di un processo in cui lo stesso magistrato era il pubblico ministero.
Canali era stato convocato per difendersi dalle accuse che gli muove la Commissione, che nel luglio scorso ha aperto nei suoi confronti la procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale. I consiglieri contestano al magistrato innanzitutto il comportamento tenuto in questa vicenda emersa durante il processo a Messina "Mare nostrum": invece di esternare i suoi dubbi sull'attendibilità del pentito Maurizio Bonaceto - che era stato determinante per la condanna di Gullotti - e sulla stessa effettiva responsabilità di questi nell'omicidio Alfano in una lettera destinata a un privato, Canali avrebbe dovuto segnalare il caso agli organi competenti.
Ma sotto accusa sono anche alcune frequentazioni del magistrato, come quella di un medico, che - secondo la Commissione - non poteva ignorare fosse legato a organizzazioni criminali. "Non sapevo che era un mafioso e in ogni caso le nostre frequentazioni sono state sporadiche e casuali" si è difeso Canali, che nel tentativo di scongiurare il trasferimento d'ufficio ha fatto sapere di aver già presentato domanda per essere destinato al tribunale di Milano o in alternativa alla procura di Lecco. (ANSA).
mercoledì 23 settembre 2009
Canali si difende davanti al Csm: "Non mi date del colluso con la mafia"
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